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La logica

Il soggetto della logica è stato materia di discussione per almeno tremila anni senza che ci sia stato alcun progresso di rilievo che ne renderebbe facile l’uso a chiunque.

La “logica” è il soggetto del ragionare, ossia pensare a fatti e idee, e prendere le decisioni giuste in base ad essi.

La logica è semplicemente lo studio del modo in cui idee o fatti si combinano in modo sensato per spiegare le cose, come pure la capacità di fare queste azioni. Nel corso dei secoli, ci sono state persone che hanno classificato la logica come scienza. Questo, tuttavia, non ha senso perché una vera scienza è lo studio di un soggetto organizzato, preciso e completo, che viene effettuato al fine di provare o confutare idee esistenti, scoprire nuove verità e sviluppare nuove idee applicando i dati in modi concordati per scoprire che cosa funziona.

Così, se la logica fosse davvero una “scienza” le persone sarebbero in grado di pensare. Ma le persone non sanno pensare in modo logico.

Persino la parola “logica” è ostile e può intimidire una persona e impedirle di avvicinarla, ritenendo che essa superi la sua capacità di comprensione. Se vi capitasse di leggere un libro sulla logica, probabilmente diventereste piuttosto confusi e frustrati cercando di venirne a capo, per non parlare di imparare a pensare… il che è ciò che la logica dovrebbe aiutare a fare.

Eppure la logica, o capacità di ragionare, è molto importante per chiunque sia responsabile di organizzare o dirigere un gruppo o una compagnia. Se non siete in grado di pensare chiaramente, non potrete trarre le conclusioni necessarie a prendere le decisioni giuste.

Molti uffici statali, interi governi, società e gruppi hanno approfittato della mancanza di comprensione della logica da parte delle persone e lo hanno fatto per molto tempo. Il motivo è che quando la gente non può pensare con chiarezza o ragionare e capire le cose da sé, può essere facilmente controllata tramite falsità e cause (obiettivi di un gruppo o un movimento) molto negative o sgradevoli.

Perciò la logica non è stata una disciplina che ha ricevuto sostegno, anzi il contrario. La comprensione della logica è stata repressa.

Perfino le scuole americane ed europee hanno cercato di convincere gli studenti che dovrebbero studiare matematica perché “quello è il modo di pensare”. E, naturalmente, le persone non pensano in quel modo.

Per l’amministratore, il manager, l’artigiano (abile lavoratore che crea oggetti fatti a mano) e l’impiegato è molto importante e necessario poter disporre della logica. Se non sono in grado di ragionare, possono fare errori molto dispendiosi che fanno sprecare molto tempo e fanno finire l’intera organizzazione nella confusione totale, mandandola a rotoli.

Ciò che ogni persona che si occupa di management e lavoro di solito usa e gestisce sono: dati (informazioni) e situazioni (scene ampie e generali su cui si dispone di un insieme di dati attuali). Se non si è in grado di osservare difficoltà e problemi e ragionare servendosi dei dati, si possono trarre conclusioni sbagliate e intraprendere azioni scorrette. Ciò non farà che peggiorare le cose.

L’uomo moderno pensa di poter usare la matematica al posto della logica, eppure la maggior parte delle situazioni peggiora a causa di questa fiducia malriposta (immotivata, concessa alla persona o cosa sbagliata). Il motivo per cui è malriposta è che i problemi sono così complessi e coinvolgono tanti fattori (condizioni o circostanze) differenti che la matematica è del tutto inadeguata. In altre parole, non è sufficiente.

Se le persone che si occupano di management e lavoro non conoscono la logica, l’organizzazione può perdere stabilità e uscire di rotta, richiedendo così un livello superlativo di intelligenza, abilità e capacità per tenerla insieme e farla andare avanti. Purtroppo, quel livello di intelligenza, abilità e capacità non sempre è facilmente disponibile a un gruppo o organizzazione, se non a un costo molto elevato, assumendo un esperto. Ma anche tutto ciò non è una garanzia che le cose verranno migliorate nell’organizzazione.

Nel corso della storia intere civiltà sono scomparse perché la logica non era conosciuta e usata dai loro governanti, capi e popolazione.

Perciò questo è un soggetto molto importante.

Penetrare la logica

Scientology contiene un modo di mettere la logica a vostra disposizione così che la possiate capire e usare. È un notevole passo avanti nel prendere un soggetto molto difficile, e praticamente impossibile, e renderlo semplice. Ora potete trovare molto più spesso le risposte corrette per le situazioni, ed essere più efficienti nelle vostre azioni per poter sopravvivere e per avere successo. Ciò vale anche per qualsiasi gruppo, organizzazione o civiltà.

La scoperta è semplice.

DETERMINANDO (indicando con precisione) IL MODO IN CUI LE COSE DIVENTANO ILLOGICHE, SI PUÒ POI DETERMINARE CHE COS’È LA LOGICA.

In altre parole, se si comprende che cosa rende le cose illogiche o irrazionali (o pazze) è poi possibile concepire che cosa le rende logiche.

Illogicità

Ci sono modi precisi in cui una situazione diventa illogica quando la gente trasmette informazioni o fa conoscere la situazione ad altri. Queste sono le cose che fanno sì che si abbia un’idea scorretta di una situazione. Ognuno dei diversi modi viene chiamato outpoint, cioè qualsiasi dato (informazione, fatto) che viene presentato come vero, ma che in realtà è illogico. Ognuno di essi è descritto qui di seguito con esempi per renderlo più chiaro.

Dati omessi

Qualsiasi cosa sia omessa, ossia tralasciata e non menzionata o non sia presente, è un outpoint.

La cosa omessa può essere una persona, un oggetto, un’energia, uno spazio, un tempo, una forma, una sequenza o perfino un’intera scena (luogo o circostanze in cui qualcosa succede o dovrebbe succedere) omessi. Ogni cosa che sia omessa, mentre dovrebbe essere presente, è un outpoint.

Per esempio, se non metteste il codice postale su una cartolina che inviate a un membro della famiglia, questa potrebbe andar persa nel servizio postale o metterci più tempo per arrivare a destinazione. Questo è un dato omesso. Oppure facciamo l’esempio che organizziate una cena, ma un amico che aveva promesso di partecipare non venga. Questa sarebbe una persona omessa e vedreste che c’è qualcosa che non va. Vi chiedereste dov’è quell’amico o vi chiedereste se gli è successo qualcosa.

Normalmente questo è l’outpoint più ignorato, perché non essendo presente, non attira direttamente l’attenzione.

Sequenza alterata

La sequenza è l’ordine in cui le cose succedono o il modo in cui una cosa viene dopo l’altra, in un ordine logico.

Ogni cosa, evento, oggetto, dimensione, quando è nella sequenza scorretta è un outpoint.

La serie di numeri 3, 7, 1, 2, 4, 6, 5 è una sequenza alterata o una sequenza scorretta. La sequenza corretta è 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7.

In qualsiasi sequenza di azioni, fare il passo due prima dell’uno, può dare come conseguenza una confusione.

L’outness di base è la totale assenza di una sequenza. (Un’outness è la condizione o lo stato di qualcosa che è scorretto, sbagliato o mancante.) Questo porta la gente ad avere idee fisse, ossia idee o convinzioni che la persona ha e non è disposta a cambiare. Per esempio, potete vedere qualcuno che prova emozioni molto ostili nei confronti di un altro gruppo, religione o razza solo perché sono diversi. Questa persona non è in grado di guardare individualmente ogni persona e vederla com’è, ma si aggrappa alla sua idea fissa e prova odio.

Questa outness fondamentale si nota anche in una condizione detta dissociazione, un disturbo mentale in cui una persona pensa che le cose siano diverse da come sono, o pensa che delle cose che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra siano la stessa cosa. Una persona del genere non collega i pensieri e le parole al suo ambiente effettivo. Questo tipo di persona salta anche di palo in frasca (parla di cose del tutto diverse l’una dall’altra) e passa da un soggetto all’altro senza che abbiano niente in comune e senza una sequenza ovvia. Questo tipo di persona che dissocia è un esempio estremo in cui cose che hanno qualcosa a che vedere l’una con l’altra non sono viste, oppure cose che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra sono considerate simili.

La parola “sequenza” significa movimento lineare (lungo una linea) attraverso lo spazio o il tempo, o entrambi.

Una sequenza che dovrebbe esserci e non c’è, è un outpoint (come nell’esempio della corretta sequenza di numeri fatto in precedenza).

Una “sequenza” che non c’è, ma viene considerata esistente, è un outpoint.

Una sequenza del tipo “mettere il carro davanti ai buoi” è un outpoint.

A volte il vostro compito più difficile è spiegare a qualcuno che cosa gli accadrà se continua a fare quello che sta facendo. Potrebbe non vederlo affatto. Questa è una conseguenza (l’effetto di qualcosa). Cercate di dire a questa persona: “Se seghi il ramo su cui sei seduto, è ovvio che cadrai”, ma lei non lo vede.

Questo vale anche per la polizia. Cerca di rendere evidente alla gente ciò che accadrà se fa qualcosa di sbagliato, ma alcuni non hanno la più pallida idea della sequenza. E così la minaccia di punizione fatta dal poliziotto funziona bene con persone che già si comportano bene, dato che sono più logiche, ma non funziona con qualcuno che ruba o danneggia gli altri, dato che questa persona è criminale perché non sa pensare secondo una sequenza; è semplicemente fissata, vale a dire la sua attenzione è continuamente fissa su un’idea o su qualcosa. Così potete dire: “Se uccidi un uomo, finirai in prigione”, e questa è una sequenza evidente. Ma un assassino che è fissato sulla vendetta (l’azione di far del male o punire qualcun altro perché vi ha fatto qualcosa di cattivo) non è in grado di pensare secondo una sequenza. Per avere sequenze corrette, bisogna pensare secondo una sequenza.

Pertanto le sequenze alterate sono molto più comuni di quanto non si creda, dato che le persone incapaci di pensare secondo una sequenza non vedono le alterazioni di sequenza nelle loro azioni o nelle loro aree.

Se fate pratica sul visualizzare le sequenze e fate esercizio su spostare l’attenzione, potete sistemare la cosa e ritrovare questa capacità.

Uno scrittore ha notato che i film e la TV tenevano fissa l’attenzione delle persone e non permettevano loro di spostarla. Un esempio è ciò che è diventato noto come “pantofolaio teledipendente”, ossia una persona che se ne sta lì a guardare molto la televisione e non ha una vita attiva. E se i genitori crescono i figli, lasciando che guardino a lungo la TV per tenerli occupati, probabilmente si finisce con avere persone che hanno la tendenza (disposizione e inclinazione verso un determinato modo di comportarsi e di agire) ad alterare le sequenze o a non averne affatto. Questo perché, essendo fissati sulla TV, non vedevano né sperimentavano la vita circostante così com’era veramente.

Tempo tralasciato

L’outpoint del “tempo tralasciato” si presenta quando non viene indicato un tempo che invece dovrebbe essere indicato. È un caso speciale di dato omesso.

Per esempio, se riceveste un invito a un ricevimento senza l’indicazione della data, non sapreste per quando è fissato e non sareste in grado di partecipare.

Il tempo tralasciato può anche avere un effetto particolarmente dannoso che equivale a pura follia.

Per esempio, un giornale del 1814 e uno del 1922, letti uno dopo l’altro senza nessuna data causeranno una confusione praticamente impossibile da comprendere. Il giornale apparirà piuttosto bizzarro, anche se è difficile capire perché.

Se si scrive un rapporto su una situazione con vari eventi accaduti nell’arco di sei mesi, senza però specificarlo, si può provocare una reazione che non sembra conforme alla scena attuale.

Nel caso dei pazzi, il tempo tralasciato è il presente, il che significa che sono bloccati in un passato tormentoso e non vedono il presente. Dire a un gruppo di pazzi di “tornare al presente” produce a volte delle “guarigioni” miracolose. E trovare la data in cui un disagio o un dolore hanno fatto la loro comparsa, spesso lo fa sparire.

Le aberrazioni (illogicità) relative al tempo sono così intense che il tempo tralasciato ha tutti i requisiti per essere considerato un outpoint.

Falsità

Quando si sente parlare di due fatti contrari, uno di essi è falso oppure lo sono entrambi.

La propaganda (complesso di notizie prive di fondamento, diffuse di proposito e per fini particolari) e altre attività usano soprattutto falsità e causano molta agitazione e turbamenti.

Che sia intenzionale o meno, una falsità è un outpoint. Può trattarsi di un errore oppure di una falsità ideata con cura o diffusa per proteggere qualcosa o qualcuno, ma è comunque un outpoint.

Qualsiasi cosa falsa rientra in questa categoria di outpoint. Una persona falsa, un atto falso, un’intenzione falsa, qualunque cosa cerchi di essere ciò che non è, è una falsità e un outpoint.

Un romanzo (una storia inventata) che non dà ad intendere di essere vero, ovviamente non è una falsità.

Falsità, quindi, indica “diverso da ciò che sembra” o “diverso da come viene presentato”.

Per esempio, se siete andati ad un fast food perché avete visto i poster che promuovono il nuovo “jumbo burger”, ma quello che vi hanno servito non assomiglia nemmeno vagamente alla pubblicità, il poster è una falsità.

Non c’è bisogno di pensarci un granché e non è difficile vedere che qualcosa che è stato promosso o mostrato in un certo modo, ma è in realtà qualcos’altro, è un outpoint.

Importanza alterata

Ogni volta che si cambia l’importanza di qualcosa rispetto a quella reale, rendendola o facendola sembrare maggiore o minore, si ha un outpoint.

In altre parole, a qualcosa si può dare un’importanza maggiore di quella che effettivamente ha, come nel caso di un gioielliere che aumentasse di tre volte il prezzo di un anello di diamanti rispetto al suo valore effettivo.

Si può attribuire a qualcosa un’importanza minore di quella che ha. Per esempio, se vi liberaste di alcuni mobili che in precedenza avete acquistato in un negozio di seconda mano, potreste assegnare un prezzo molto basso a certi articoli, se non sapeste che sono preziose antichità.

Oppure a volte, a cose di diversa importanza può venir attribuito lo stesso livello di importanza, come se fossero tutte la stessa cosa.

Come esempio, qualcuno che ha un’opinione fissa sulle persone di un certo paese potrebbe pensare che “siano tutti uguali” e non essere in grado di vedere le differenze.

Questi sono tutti outpoint, tre versioni della stessa cosa.

Per elaborare quali siano gli aspetti importanti di qualcosa, dovete sapere che ciò che conta è quello che la cosa è, effettivamente, nel mondo reale.

Obiettivo sbagliato

Quando qualcuno commette un errore mentre cerca di conseguire qualcosa, come ad esempio pensare di dover andare verso il punto A per poi scoprire che dovrebbe andare verso il punto B, è un outpoint.

Di solito è un errore che consiste nel determinare scorrettamente chi o che cosa una particolare persona o cosa è realmente. Consiste anche in scopi o mete su cui una persona sbaglia. Ad esempio: “Se distruggiamo X siamo a posto” spesso sfocia nella scoperta che invece bisognava distruggere Y.

Ecco un altro esempio della scelta di un obiettivo sbagliato. Qualcosa di simile succedeva in passato quando qualcuno decideva di uccidere il re, così che la popolazione fosse libera dalle tasse, lasciando però in vita gli esattori che avrebbero riscosso le tasse ad uso del successivo governo al potere.

L’ingiustizia ha luogo quando si agisce o si tratta qualcuno in modo immeritato o ingiusto e, di solito, è un outpoint chiamato obiettivo sbagliato.

Un esempio di obiettivo sbagliato che rappresenta un’ingiustizia sarebbe l’arresto di un consumatore di droghe o farmaci e la premiazione della ditta che li produce.

Nell’esercito, i piani e metodi di organizzare e dirigere truppe, aerei e navi per una battaglia sono quasi sempre un tentativo di indurre il nemico ad andare nella direzione sbagliata o a puntare al bersaglio sbagliato, in modo da indebolirlo e poi sconfiggerlo.

E le occasioni in cui una persona, incontrando qualcuno per la prima volta, prova istantaneamente avversione o odio per lui, di solito dipendono dall’errore di pensare che Gigi sia qualcun altro di nome Piero. Questo è un altro esempio di obiettivo sbagliato.

Una grande quantità di irrazionalità (pensiero o comportamento che non è sensato né ragionevole) si basa su obiettivi sbagliati, fonti sbagliate e cause sbagliate.

Se per errore si dice a un paziente che ha l’ulcera, quando invece non è vero, egli rimane bloccato in un outpoint che gli impedisce di guarire.

Con tutta l’energia dedicata agli obiettivi sbagliati si potrebbe illuminare il mondo per un millennio.

Fonte sbagliata

“Fonte sbagliata” è il rovescio della medaglia dell’obiettivo sbagliato, vale a dire si tratta del luogo, della persona o della cosa da cui qualcosa proviene o ha inizio, a differenza di un obiettivo.

Ad esempio, informazioni ricevute da una fonte sbagliata, ordini presi da una fonte sbagliata, regali o materiali (forniture) accettati da una fonte sbagliata sono tutti fattori che alla fine creano confusione e, probabilmente, difficoltà.

Quando, senza volerlo, si riceve qualcosa da una fonte sbagliata, ci si può sentire molto imbarazzati o confusi. In effetti, questo è uno degli stratagemmi preferiti dei servizi segreti. Per esempio, il Dipartimento della Disinformazione della Germania Est aveva metodi molto complessi per piazzare segretamente false informazioni nascondendo la fonte da cui provenivano.

Ad un livello minore, accettare un rapporto da una persona notoriamente corrotta o incapace, e basare su di esso le proprie azioni, è la causa consueta degli errori di management.

Fatti contrari

Quando si fanno due affermazioni contrarie (in opposizione) sullo stesso argomento si hanno i “fatti contrari”.

Questa illogicità potrebbe anche essere chiamata “falsità”, dato che una delle affermazioni dev’essere falsa.

Ma quando si fa un’investigazione non si può dire quale sia il dato falso senza studiare e riflettere un po’ sulla questione. Perciò questo diventa un outpoint particolare.

Per esempio, se le affermazioni “Questa settimana la ditta ha avuto entrate superiori alla media” e “Non ha potuto pagare i dipendenti” si verificano nello stesso periodo di tempo, una delle due è falsa, oppure lo sono entrambe. Può darsi che non sappiamo quale delle due sia vera, ma sappiamo che sono contrastanti e possiamo classificarle come tali.

Quando si fanno domande a qualcuno, questo fattore è così importante che chiunque fornisca due fatti contrastanti diventa il principale sospetto ritenuto in colpa da sottoporre ad ulteriori altre domande. Per esempio, qualcuno che dice: “Sono un cittadino svizzero”, ma ha in valigia un passaporto austriaco verrebbe sospettato di mentire.

Quando due “fatti” sono contrari o contraddittori, forse non sappiamo quale dei due sia vero, ma sappiamo comunque che non possono esserlo entrambi.

Due “fatti” contraddittori attribuibili alla stessa organizzazione o anche a due persone diverse appartenenti a quella organizzazione, sono un outpoint.

Tempo aggiunto

Questo outpoint è il contrario del tempo tralasciato. L’esempio più comune di tempo aggiunto è qualcosa che dura più di quanto dovrebbe. È anche una versione dei dati contrastanti. Per esempio, diciamo che qualcosa richieda soltanto tre settimane ma che qualcuno affermi che ci vorranno sei mesi. Il tempo aggiunto deve essere riconosciuto come un outpoint vero e proprio, dato che le persone sono di solito “ragionevoli”, vale a dire trovano scuse per dare un senso logico a qualcosa, senza vedere che è un outpoint di per sé.

Nel peggiore dei casi, il tempo aggiunto diventa un outpoint molto grave.

Per esempio, qualcuno dice che sono successe nello stesso momento due o più cose che coinvolgevano la stessa persona, che non poteva essere presente in entrambe le circostanze. In questo caso, si deve aver aggiunto tempo all’universo fisico per rendere veri i dati. Vale a dire, la persona afferma: “Alla mezzanotte del 21 aprile 2017, ho lasciato San Francisco su una nave diretta a Saigon”. E poi dice: “Il 30 aprile 2017, ho preso servizio a Saigon”. In questo caso, se vogliamo che entrambi gli eventi siano veri, dobbiamo aggiungere del tempo all’universo fisico, dato che una nave impiegherebbe due o tre settimane per andare da San Francisco a Saigon.

Dati non pertinenti aggiunti

Il semplice fatto che qualcuno riferisca dati aggiunti non significa necessariamente che ci sia un outpoint. Potrebbe trattarsi di qualcuno che cerca di essere preciso. Ma quando i dati aggiunti non sono necessari alla scena o situazione, sono indubbiamente un outpoint.

Molte volte i dati aggiunti sono forniti da qualcuno per nascondere la propria noncuranza nei confronti del lavoro o una vera situazione. Di certo significano che la persona sta nascondendo qualcosa.

Di solito i dati aggiunti contengono anche altri tipi di outpoint, come ad esempio obiettivi sbagliati o tempo aggiunto.

Quando si incontra questo outpoint, bisogna essere assolutamente certi di capire anche l’espressione non pertinente, che significa qualcosa che non è possibile usare o applicare all’argomento in questione. E bisogna anche vedere che si tratta di un outpoint, soltanto se i dati stessi non hanno nessuna attinenza con l’argomento con cui si ha a che fare.

Dato scorrettamente incluso

Esiste il dato scorrettamente incluso come outpoint che si accompagna all’outpoint del dato omesso.

Ciò si verifica soprattutto quando, nella mente di una persona, manca l’intera scena di per se stessa e pertanto le manca la prima cosa necessaria alla classificazione dei dati.

Per esempio, prendete una persona incaricata di un magazzino di macchine fotografiche che non abbia la minima idea dei tipi di macchine fotografiche. Invece di raggruppare tutti le parti necessarie di una certa macchina fotografica nella stessa scatola, mette i paraluce (schermi che si mettono sulla lente di un macchina fotografica per evitare che sia raggiunta dalla luce solare diretta) di tutte le macchine fotografiche mescolati in un’unica scatola, contrassegnata con “paraluce”. Quando qualcuno vuole montare o usare la macchina fotografica, ci vogliono delle ore per trovarne i pezzi nelle scatole accuratamente etichettate con “retro”, “obiettivi”, “treppiedi” (sostegno a tre gambe per sostenere una macchina fotografica), ecc.

In questo caso, mancandole la scena di come sia o come si presenti una macchina fotografica assemblata, una persona penserà che delle cose siano identiche mentre non lo sono. I paraluce sono paraluce. I treppiedi sono treppiedi. E così inventa un sistema sbagliato per classificare le parti perché non sa quale dovrebbe essere la scena.

Un altro esempio è un viaggiatore che non è in grado di distinguere un’uniforme da un’altra, così “risolve” il problema classificando tutti quelli che portano le uniformi come “facchino” (uomo il cui compito è quello di portare i bagagli per i clienti di un hotel). Così, consegna il bagaglio a un capitano della polizia, motivo per cui si ritrova a passare le vacanze in prigione.

Quando non si ha una comprensione della scena, si crea una situazione in cui si pensa che qualcosa sia lo stesso di qualcos’altro.

Per esempio, un tenente dell’esercito appena chiamato sotto le armi non fa caso a una spia nemica vestita come uno dei suoi soldati. Ma un sergente esperto, proprio alle spalle del tenente, vede un outpoint e immediatamente arresta la spia, perché la spia non portava l’uniforme allo stesso modo di tutti gli altri nell’esercito.

I tempi cambiano la classificazione dei dati.

Per esempio, nel 1920, chiunque si trovasse nei pressi di un porto con una macchina fotografica era ritenuto una spia. Nel 1960, chiunque fosse sprovvisto di una macchina fotografica nei pressi di un porto, non poteva essere un turista e quindi veniva tenuto d’occhio!

Perciò la scena relativa a un periodo culturale non è la scena relativa a un altro.

Esistono altri tre tipi di outpoint che si dovrebbero conoscere e usare in un’investigazione. Sono i seguenti:

“Identità” presunte non sono identiche

“Somiglianze” presunte non sono simili o non appartengono alla stessa categoria di cose

“Differenze” presunte non sono differenti

Il trattamento dei dati

Ci sono centinaia di modi in cui questo cattivo uso dei dati può fornire un quadro completamente falso.

Quando ordini o azioni vengono basati su dati che contengono uno dei punti di cui sopra, si commettono errori.

LA RAGIONE DIPENDE DAI DATI.

QUANDO I DATI SONO DIFETTOSI (come sopra) LA RISPOSTA SARÀ SBAGLIATA E VERRÀ CONSIDERATA IRRAGIONEVOLE.

Questi dati possono dare luogo a un vasto numero di combinazioni. In un unico rapporto che avete ricevuto ci può essere più di un outpoint o ci possono essere tutti.

Anche l’osservazione di una persona e la sua comunicazione su ciò che ha osservato possono contenere una di queste illogicità.

In tal caso, qualsiasi tentativo di risolvere la situazione si rivelerà inefficace nel correggerla o nel risolverla.

Uso

Se si fanno i test di cui sopra su una qualsiasi serie di dati, si diventa consapevoli delle possibilità di agire in modo illogico.

Per ottenere una risposta logica, si devono avere dati logici.

In altre parole, qualsiasi serie di dati contenente una o più delle manchevolezze sopra riportate, può portare a conclusioni illogiche.

Il motivo per cui potete dare o ricevere un ordine irragionevole o irrealizzabile è che un rapporto conteneva una o più delle manchevolezze sopra riportate, e così si è tratta la conclusione sbagliata che ora viene messa in atto.

I pluspoint

Sono una o più condizioni presenti quando una situazione o circostanza è logica. Vengono chiamati pluspoint. Un pluspoint è un dato vero che si rivela vero quando viene raffrontato con la seguente lista di condizioni logiche.

I pluspoint indicano la presenza della logica e dove le cose vanno bene o promettono bene.

Quando le cose vanno meglio o c’è un miglioramento improvviso in una zona o in un’organizzazione, se ne dovrebbe trovare la causa per rafforzare le azioni di successo. Per fare questo tipo di indagine, si usano i pluspoint.

Questi sono i pluspoint:

FATTI CORRELATI CONOSCIUTI.
(Tutti i fatti pertinenti sono conosciuti.)

EVENTI NELLA SEQUENZA CORRETTA.
(Gli eventi sono nella loro effettiva sequenza.)

TEMPO INDICATO.
(Il tempo è stato indicato correttamente.)

DATI DIMOSTRATI COME VERI.
(I dati devono essere veri, cioè reali e validi.)

IMPORTANZA RELATIVA CORRETTA.
(Ciò che è importante è correttamente separato da ciò che è irrilevante.)

PERIODO DI TEMPO PREVISTO.
(Gli eventi hanno luogo o le azioni vengono svolte entro il tempo che ragionevolmente ci si aspetta.)

DATI ADEGUATI.
(Nessun insieme di dati che inciderebbero sulla situazione è omesso.)

DATI PERTINENTI.
(I dati presentati o disponibili hanno a che vedere con l’argomento in questione e non con qualcos’altro.)

FONTE CORRETTA.
(La fonte non è sbagliata.)

OBIETTIVO CORRETTO.
(Non si sta andando in una direzione che sarebbe sbagliata per la situazione.)

DATI NELLA STESSA CATEGORIA.
(I dati appartenenti a due o più categorie diverse di materiale non sono presentati come appartenenti alla stessa.)

LE IDENTITÀ SONO IDENTICHE.
(Non simili o diverse.)

LE SOMIGLIANZE SONO SIMILI.
(Non identiche o diverse.)

LE DIFFERENZE SONO DIFFERENTI.
(Non rese identiche o simili.)

Quando scoprite perché le cose sono migliorate, in modo da poter fare di nuovo le stesse cose, è molto importante che usiate quelli che sono effettivamente i pluspoint in base a quanto sopra.

Sono i pluspoint, dopotutto, quelli che fanno andare le cose per il verso giusto.

Non sapere

Si può sempre sapere riguardo a qualcosa.

Saggio è colui che, trovandosi di fronte a dati contrastanti, si rende conto di sapere almeno una cosa: che non sa.

Comprendendo questo, può quindi intraprendere azioni per scoprire.

Se valuta i dati che trova, mettendoli a confronto con le cose descritte sopra, può chiarire la situazione. Poi può trarre una conclusione logica.

Lo stesso vale per voi. Usando questi dati, potete far andare le cose per il verso giusto.

Esercizi

È necessario che tu faccia degli esempi tuoi delle violazioni della logica descritte in questo corso.

Facendolo, acquisirai l’abilità pratica di distinguere i dati di una situazione.

Quando saprai determinare i dati e sarai diventato esperto nel farlo, sarà molto difficile imbrogliarti e avrai compiuto il primo passo indispensabile per afferrare come valutare correttamente qualunque situazione.

NOTA BENE: al fine di continuare, devi completare tutti i passi precedenti di questo corso. Il tuo ultimo passo incompleto è
NOTA BENE: Diverse risposte non erano corrette. Per continuare, dovresti rileggere l’articolo e poi mettere di nuovo alla prova la tua comprensione.